Incontri ravvicinati
Non sappiamo e probabilmente mai lo sapremo se è stato tutto un delirio, il frutto della nostra mente usurata a furia di veder gli estratti di x factor ma si dà il caso che l’altra mattina alle ore 5.40 ci siamo svegliate di soprassalto (stavamo senza occhiali e noi senza occhiali siamo le ciecate di Sorrento) e abbiamo visto ai piedi del letto una cosa piuttosto grande che si muoveva con una pelliccia intorno…il tempo d un nano secondo e il nostro RNA messaggero portava al cervello il seguente messaggio "c’è una zoccola sotto al letto, si salvi chi può".
Abbiamo quindi circumnavigato il letto ed emettendo un sibilo di urlo strozzato in gola, siamo fuggite, chiudendoci alle nostre spalle la porta della camera da letto , colte da una crisi isterica abbiamo chiamato nostra madre. Al nostro piangere e urlare che c’era una zoccola nel letto, nostra madre, ancora sotto effetto destabilizzante del sonno, avrà probabilmente pensato che stavamo delirando su di una puttanona che si era infilata sotto le nostre lenzuola o che, avendo litigato con il Lemure, lo appellavamo in quella maniera, perché ci ha risposto " ma che stai dicendo? stai calma è stato solo un brutto sogno" e noi " ah mà non hai capito! c’è un topo, una zoccolona enorme, aiutami, fai venire papà ad ammazzarla, o Dio mio dovrò buttare tutto, pure il letto!"
Nei 40 minuti che sono trascorsi dall’arrivo di nostro padre, eravamo in preda al terrore più assoluto, perchè la paura che l’uomo ha del topo è davvero atavica e infatti , oltre al naturale schifo, eravamo assolutamente paralizzate e incapaci di aprire la porta della stanza neanche per dare una sbirciatina, piuttosto avremmo preferito chiedere l’autografo a Fabrizio Corona (cosa altrettanto ripugnante). Nel mentre, andavamo su e giù per la cucina e riflettevamo che, pur non avendo avuto il tempo di inforcare gli occhiali e non potendo mettere la mano sul fuoco di aver visto davvero un topo, la presenza del ratto era piuttosto plausibile:
1°avevamo lasciato la serranda della cucina che dà sul balcone al primo piano abbassata per metà;
2° sotto di noi c’è un negozio di sanitari che spesso tiene scatoloni e imballaggi accatastati;
3° l’ondata di caldo del giorno prima.
Una volta arrivato nostro padre è entrato subito nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé, mentre noi istintivamente ci abbarbicavamo sulla sedia della cucina in preda al terrore puro. A quel punto non abbiamo sentito più nulla e allora abbiamo incominciato ad urlare" papà che sta succedendo , cosa ti sta facendo", neanche nostro padre fosse Sigourney Weaver intento ad affrontare Alien nello scontro finale. In effetti è alquanto improbabile che un topo, seppur cresciuto e pasciuto nella monezza della capitale, possa fare qualcosa a qualcuno, tipo prendere un bastone e dare mazzate ad un cristiano. Dopo qualche interminabile istante, nostro padre è uscito fuori (già abbiamo detto che ha una predilizione per il melodramma e per la suspense) e infatti scuotendo la testa ci guardava in silenzio con aria affranta , noi sempre più appanicate abbiamo pensato "ecco ha trovato una colonia di ratti" e invece ci sentiamo dire in casertano" Vagluò mi sa che hai preso lo zuoccolo per una zuoccola"! Dove zuoccolo sta per pantofola. Insomma non aveva trovato nulla, tra l’altro è rimasto un’ora in casa a cercare dappertutto…niente.
Non sappiamo che pensare , o abbiamo immaginato tutto (vuoi la penombra, vuoi la miopia) oppure il topo è scappato mentre noi facevamo altrettanto o peggio ancora si è rintanato da qualche parte e spunterà quando meno ce lo aspettiamo (questo è l’ipotesi più agghiacciante). Insomma, l’unica certezza è che, nonostante ieri sera ci siamo chiuse dentro , abbiamo avuto molta difficoltà ad addormentarci (naturalmente il pomeriggio l’abbiamo passato a ispezionare ogni angolo della casa e a disinfettare e lavare tutto il possibile) . Purtroppo la zoccola che abbiamo intravisto, immaginata o meno, non aveva affatto le sembianze di un simpatico topo di campagna e al solo pensiero che non fosse stato un sogno ci riviene da piangere.