Archivio | aprile, 2006
26 Apr

Storia di un appuntamento "poco allegretto" con un uomo "moderato e lento" simulando uno stato d’animo "allegro non troppo".

L’appuntamento con il ragazzo dello zainetto (vedi post precedenti) inizia con lui davanti alla metro che ci aspetta impaziente con l’immancabile zainetto, stavolta nuovo di zecca di un rosso accecante che ci inquieta non poco così che, mentre ci avviciniamo, ci chiediamo perché mai abbiamo accettato l’invito ad andare all’auditorium e chiuderci per due ore ad ascoltare un concerto di musica sinfonica di cui non capiamo nulla.

Il ragazzo con lo zainetto è particolarmente nervoso per il timore di fare tardi e non perde occasione di rinfacciarci che lo abbiamo fatto attendere e quando noi sconsideratamente e sciaguratamente chiediamo: "prima di andare all’auditorium possiamo vedere qualche negozio", ci rivolge uno sguardo da psicopatico che ci brucia all’istante e noi capiamo che non è il caso di proseguire. Una volta alla stazione prendiamo un autobus affollato come può esserlo un reparto geriatrico, capiamo che questo gruppo di arzilli signori sono diretti come noi al concerto. Arriviamo a destinazione con un quarto d’ora in anticipo ma il ragazzo dello zainetto è particolarmente stizzito dalla nostra camminata lenta. Una volta entrati nella sala, andiamo alla ricerca di un bagno, ma ci perdiamo nei meandri delle scale finché non ci sembra di averlo visualizzato e entriamo trovandoci davanti un vecchietto nell’intento di avvicinarsi ad un orinatorio, noi più rincoglionite di tutti gli anziani presenti al concerto invece di fuggire chiediamo all’anziano signore dove sia il bagno delle donne, ce lo spiega ma non capiamo niente.. intanto sono passati già dieci minuti, con una certa ansia continuiamo a scendere le scale finché non ci troviamo all’uscita dell’auditorium, una body guard ci ferma e con aria insospettita ci intima di presentare l’abbonamento che naturalmente non abbiamo, a quel punto in un bagno di sudore incominciamo ad inveire contro l’organizzazione e a urlare "dov’è il bagno delle donne" con un viso così torvo che pure il body guard si intimorisce e ci lascia passare. Finalmente troviamo il bagno e una volta ritornate in sala scorgiamo il ragazzo dello zainetto sempre più nervoso. Ci sediamo dicendo "meno male che ho individuato il bagno così se ci dovessi tornare, so dove è " neanche concludiamo questa riflessione che lui con tono nazista ci fa: " Cosa? Una volta chiuse le porte, non puoi più uscire da qui, per il rispetto che dobbiamo all’esecuzione e agli orchestrali". A quel punto, noi famose per essere della agorofobiche della prima ora e sopratutto per volere sempre nella vita avere delle vie di fuga fisiche ma anche simboliche, siamo sopraffatte dalla rabbia repressa fino a quel momento e mentre ci sventoliamo per il calore che ci ha sopraffatto e con le ascelle pezzate, gli diciamo con tono fermo ma cattivo" io faccio quel che mi pare se devo andare in bagno ci vado" e lui con tono autoritario ci dice stizzito: "in pratica puoi fare tutto ma in teoria no, è questione di rispetto.." In quel momento capiamo che abbiamo davanti un "Furio" (personaggio pedante e paranoico impersonato dal primo Carlo Verdone) e non sappiamo se buttarci noi o buttare lui dalla balaustra…..per un istante ci sentiamo prigioniere e senza più via di scampo come gli ostaggi del teatro di Dubrovka. Probabilmente la cosa migliore è di mandarlo a fanculo all’istante ma poiché negli ultimi tempi stiamo lavorando ad accrescere il nostro grado di tolleranza, evitiamo di controbattere, prendendo un bel respiro. Rassegnate, sprofondiamo nella lettura del programma del concerto; ci aspetta: un ‘ouverture di Mendelssohn (evvai!), a seguire danza macabra di Liszt (Gesù!) e sinfonia "di Leningrado" di Shostakovic (aiutoooo).

Si chiudono le luci e ci prepariamo all’ascolto con la stessa angosciante rassegnazione di un condannato che si accinge verso il patibolo.

A dire la verità per la prima ora e mezza l’ascolto di certe arie romantiche ci fa dimenticare il macigno che abbiamo vicino, salvo quando, per un paio di volte, il macigno si gira con aria di disprezzo nell’intento di rimproverare qualche povero vecchietto reo di far troppo rumore nell’atto di scartare una caramella al miele perché colpito da tosse canina. Ma quando il pianista alla fine della seconda esecuzione, a grande richiesta, concede il bis, noi non riusciamo a trattenerci nell’esclamare affrante uno spontaneo"NOOO!" e quando subito dopo inizia la terza e ultima sinfonia di Shostakovic cadiamo in uno stato di coma catatonico.

Per fortuna in questo stato di pura infelicità ci viene incontro la capacità di astrarci dalla realtà; in situazioni di particolare tedio quali convegni, spettacoli uggiosi e paternali varie, abbiamo la capacità di annuire con il capo con gli occhi fissi verso l’interlocutore fingendo il massimo dell’interesse mentre la nostra mente saltella e vagabonda felice in giro come Pinocchio nella città dei balocchi. Già perché all’attaccare dei fagotti e tutto il resto, iniziamo a immaginarci in un teatro di metà ottocento, vestite di tutto punto con corsetto, nastrini e mussola, pallide ed emaciate come si confà ad una dama elegante ed eterea di quel periodo, pronta a versar lacrime e nascondere turbamenti in candidi fazzolettini. Già perché immaginiamo essere delle signorine infelici a causa della vergogna che può causare ad una perfetta dama la compagnia di un pessimo cavaliere. Il nostro pessimo cavaliere lo immaginiamo, invece che con lo zainetto, con un bastone con sopra un pomello d’argento cesellato che gli dà un’aria da vegliardo. La musica intanto ci continua a trasportare nei nostri pensieri e ci fa immaginare che il nostro stato d’animo di struggimento e afflizione è dettato oltre che dal pessimo accompagnatore anche dal pensiero del nostro unico eterno amore, l’inglesino, conosciuto in un salotto della capitale, morto precocemente perché caduto da cavallo (già perché tutti i buoni e i bei ragazzi specie se biondi muoiono di morte violenta, lasciando nello sconforto più totale le loro dame a cui hanno giurato amore eterno, basti pensare ad Ashley di "Via col vento" o Anthony di "Candy Candy"). A questo punto però nel nostro sogno ad occhi aperti, non puo’ mancare lo stronzo moro cioè il Reth butler o il Terence della situazione, selvaggio e indomito che fa dimenticare alla dama il dolore della perdita del suo amato….e noi a chi potevamo pensare? ..facile.. al Lemure. Infatti ecco che vediamo apparire, dietro di noi, sopra al palchetto, il Lemure con la sua figura snella e proporzionata con quel contegno scontroso e altezzoso alla Mr. Darcy di "Orgoglio Pregiudizio". Sentiamo il suo sguardo altero posarsi sulle nostre spalle ignude e a quel punto ci giriamo a mirarlo e non esiste più nulla né il vegliardo né quel poverino caduto da cavallo durante una caccia alla volpe (non dimentichiamo che era inglese). Non sappiamo se l’altero atteggiamento del Lemure misto a uno sguardo profondo e turbato sia dettato da un sentimento di superiorità e di spezzo nei nostri confronti perché figlie di un ufficiale di marina degne e decorose sì, ma pur sempre non all’altezza dei suoi nobili natali oppure da un sentimento tenero di spontanea ammirazione nei confronti della nostra persona che si sta facendo avanti contro la sua stessa volontà. Il destino dà una repentina risposta a tale interrogativo perché non appena uscite dalla sala per prendere un po’ d’aria (nel nostro sogno si può uscire!) per rinfrancare i nostri polmoni sofferenti perché ancora convalescenti dal "chiuso morbo" che tempo prima ci aveva fiaccato, ecco apparire e venire verso di noi il Lemure che fissandoci come un febbricitante ci dice:"Ho lottato invano contro i miei sentimenti. Io vi ammiro e vi amo ardentemente" Noi non facciamo in tempo a trasalire ed arrossire che ci cinge in un vigoroso abbraccio baciandoci appassionatamente…..e mentre un sorriso di beatitudine appare sul nostro volto ecco che ci sentiamo strattonate dal ragazzo dello zainetto che ci riporta alla triste realtà, facendoci notare come siano maleducati gli spettatori che escono alla chetichella prima che lo spettacolo sia finito.. e già c’è da dire che quest’ultima sinfonia è di una noia mortifera e ci accorgiamo che molti anziani dotati di bastone e catetere stiano tentando in tutte le maniere di uscire dalla sala avvalendosi di mezzi impropri come brandire il bastone contro le hostess ead un certo punto  ci sembra di scorgere un vecchietto che indomito sta cercando di scavalcare la balaustra.

Pertanto oramai distolte dai nostri pensieri, ci volgiamo verso il nostro sciagurato accompagnatore che come ipnotizzato continua a seguire interessato la nenia, forse l’unico in tutto l’auditorium, …vorremmo fuggire anche perché incominciamo a udire un’altra musica quella del nostro stomaco e comprendendo che sono trascorse dall’inizio, ben due ore e mezza….incominciamo a spazientirci tant’è che meditiamo di unirci a qualche fronda di vecchietti che intanto è riuscita ad aprirsi un varco…ma niente il ragazzo dello zainetto ci fa stare fino all’ultimo applauso nella sala. Capiamo che la realtà è sempre peggio di qualsiasi triste aspettativa e mentre ci dirigiamo finalmente verso l’uscita, ci volgiamo malinconiche verso la balconata ma non vi scorgiamo più il Lemure ma un povero anziano che ronfa perchè nessuno l’ha avvertito che lo spettacolo è oramai finito……

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

19 Apr

Noi e la palestra.

L’estate si avvicina ed iniziano a comparire sui vari magazine femminili titoli improponibili "in forma per sedurre", "come perdere 6 chili in 6 giorni" (…e aggiungiamo noi: come andare all’ospedale in un quarto d’ora) oppure "riprenditi tuo marito con quattro mosse" (che poi a noi ci vengono in mente le mosse del karate) e per finire "i consigli di Paris Hilton per una dieta equilibrata" (ma noi non capiamo come possa darci dei consigli equilibrati una che ha un naso da replicante e si fa montare da qualunque umano/animale/minerale/vegetale gli capiti a tiro).

La verità è che per perdere seriamente dei chili si ravvisano solo due soluzioni che sono le seguenti: essere lasciate su due piedi, ad un passo dal matrimonio, dal proprio ragazzo che ci ha preferito ad una ventenne per la quale non valgono le leggi della gravità oppure iscriversi in palestra seguendo una dieta da fame.

La prima soluzione è ottimale ma non garantisce dimagrimenti localizzati, nel senso che la tanto detestata adipe concentrata ai lati delle cosce non va via neanche se incontri l’ex abbarbicato alla nuova fiamma, tant’è che più volte abbiamo intimato ai nostri tormenti amorosi "concentratevi sulle cosce, concentratevi sulle cosce!" ma niente da fare, il dolore d’amore per lo più si localizza sul viso con relativo invecchiamento cutaneo e comparsa di occhiaie da panda, pertanto non resta che la seconda soluzione, da noi la più odiata, che è quella della palestra.

Va detto che nei confronti del nostro corpo abbiamo avuto per molto tempo un pregiudizio positivo ossia quello di essere magre essendo cresciute con le ossessive ansie materne del tipo "mangia che sei magra, mangia che fra poco ti si vedono le ossa, mangia che fra poco i vermi mangiano a te" e altre rassicuranti esortazioni del genere. Pertanto anche quando, superata l’età dell’adolescenza, abbiamo preso a mangiare con appetito degno di un camionista (tanto che il nostro stomaco ha subito un’evoluzione e ci siamo avvicinate a pietanze come la trippa, l’amatriciana o l’abbacchio che prima neanche immaginavamo) e abbiamo incominciato a presentare un didietro non indifferente e delle tette degne di nota, ci siamo continuate a sentire piuttosto magre anche perché entriamo ancora in una 42.

Ma ecco il problema , se qualche tempo fa la 42 poteva essere una taglia per magri, ora (non sappiamo come è potuto accadere) chi porta tale taglia è considerata un’allegrotta persona in carne… fin qui tutto bene, se non fosse per quel gruppetto di amiche anoressiche e acide che quando si entra in un negozio ci fissano allarmate non appena il nostro sguardo cade su un vestito un po’ aderente, tant’è che neanche ce lo siamo infilato che già iniziano addolorate a scuotere la testa così che ci viene voglia di buttarlo per terra e mettercelo sotto i piedi dalla rabbia. Per fortuna non siamo più in una fase ormonale da condizionamento da consigli scriteriati delle amiche ma è anche vero che dopo un continuo bombardamento da "che culo che c’hai" e " che carina sta pancetta" ecc. ci siamo convinte ad iscriverci per l’ennesima volta in palestra.

Si, perché quasi ogni anno è la stessa storia, ci iscriviamo già poco propense e se i primi due giorni filano piuttosto lisci tant’è che ci diciamo che questa volta durerà e facciamo progetti a lungo scadenza (tipo immaginare che in tre mesi diventeremo come Pamela Anderson) al settimo giorno ci sentiamo affaticate come Dio dopo aver creato la terra e ne abbiamo già le balle piene.

In questi anni di cazzeggiamento abbiamo provato di tutto: dallo step al cardio fitness, dalla correttiva alla danza classica per tardone.

La danza classica per tardone merita un approfondimento, ci andammo un paio di anni fa in un periodo della nostra vita di confusione e soprattutto perché volevamo, a venti anni di distanza, emulare Jennifer Beals in Flashdance; stavamo, infatti, con un ragazzo (il mammone) che detestavamo e che per farcelo piacere ci immaginavamo che fosse come quel gran pezzo di figo dell’innamorato della nostra eroina che la andava a prendere dopo le lezioni di danza con un bel mazzo di rose rosse, naturalmente le rose rosse non ce le ha mai portate però in compenso dopo la palestra ci portava a mangiare cinese, azzerando tutto le fatiche degli esercizi fatti alle sbarre. Naturalmente una volta sfanculato il mammone abbiamo chiuso anche con la poco promettente carriera di ballerina classica, all’addio alla danza contribuì in maniera determinante la costrizione da parte dell’insegnante a farci volteggiare in aria, una per volta; il senso del pudore ci impedì di continuare a renderci ridicole nell’intento di far decollare il nostro deretano inesorabilmente attratto dalla gravità.

L’unica attività che portammo a termine nel senso che durò da Natale a Pasqua fu il Thai Chi Chuan ma anche questa dettata da un sordido motivo ossia l’appassionato coinvolgimento delle nostre ovaie nei confronti del Maestro che ci attizzava non poco e che sparava cazzate new age non da poco.

Ritornando a quest’anno abbiamo nuovamente fatto le cazzarone iscrivendoci in palestra, questa volta pur di evitare corsi collettivi che ci costringono a guardare in continuazione nella direzione dell’orologio e a volte fuggire di soppiatto, fancendoci beccare da tutti con la maniglia rotta della porta in mano, bloccate crudelmente dentro la sala (è accaduto anche questo), abbiamo ripiegato per gli attrezzi dove per attrezzi intendiamo esclusivamente il tapis roulant.

Bè già dal modo in cui andiamo conciate si può evincere quanto detestiamo la vita da palestra perché se siamo nella vita normale delle donnine ben truccate e con lenti a contatto, in palestra ci andiamo come delle ruba galline con tanto di occhiali a fondo di bottiglia, tuta acetata anni 80, scarpe da tennis e mollettone. C’è da dire che qualcosa di hi tech l’abbiamo anche noi, la nostra amica tedesca che lavora all’Adidas ci ha portato delle magliette di Stella McCartney ma non so se, perché tedesca e non ha gusto o perché trattasi di rimasugli di magazzino, le maglie sono tutte di un avvilente colore "cacarella" che accostato al nostro colorito fa un effetto da malata terminale di ebola.

Insomma ci potete immaginare conciate in questa maniera camminare con passo frettoloso sul tapis roulant accerchiate da tutte ‘ste ganze ventenni in tenuta da zoccoletta sportiva, ipertruccate, con unghie french manicure da vesuviane, con culetti da usignolo e tette inesistenti (e vai! almeno quello..) che sghignazzano mentre parlano al cellulare e noi che al decimo minuto di esercizio abbiamo già la lingua felpata, non riusciamo a sillabare neanche una vocale e incominciamo ad avere le prime visioni mistiche/casereccie (San Agostino che addenta un bel piatto di bucatini.) Naturalmente tali fanciulle girano con ste’ pancie fastidiosamente piatte esponendole ovunque anche fuori dalla palestra con un’escursione termica di circa 20 gradi, che se fossimo state al loro posto andremmo in dialisi e ci metterebbero in lista di attesa per un trapianto di rene.

Dobbiamo ammettere che tutto questo lo raccontiamo con un pizzico di orgoglio già perché se in altri contesti farci vedere cozze ci fa vergognare, quando si tratta di palestra ci investiamo del compito di difendere la razza Hillary Clinton ossia delle donne cozze/intelligenti e andiamo in giro con la nostra tuta cerata con aria di disprezzo (attestato dal labbro increspato) con la speranza che qualcuno ci urli dietro " a’ cozza " per avere il gusto di rispondergli " a’ analfabeta lampadato che stai andà in rovina per quante volte telefoni al 1288 per vincere il pelotto, e che gli uomini del marketing quando vogliono far fesso qualcuno con catenacci e gadget vari pensano a te, fai silenzio".. sappiamo che tale atteggiamento sprezzante potrebbe farci sembrare come la volpe con l’uva ma a dirla tutta non è che ci teniamo tanto a correre sul tapis roulant mentre con una mano teniamo il cellulare e con l’altra accarezziamo la faccia da pirla dell’istruttore.

Morale della storia è che anche stavolta dopo due mesi abbiamo desistito, con la certezza ancora più acuita che i vestiti ce li proveremo in gran segreto senza la presenza delle nostre amiche isteriche e con la voglia accresciuta di mettere le gambe sotto al tavolo e brindare al gusto della vita…e allora non resta che augurarvi buon appetito (J )

13 Apr

Non tutti i mali vengono per nuocere.

E’ risaputo che quando la nostra piatta e monotona vita viene scossa da gravi accadimenti e drammi umani questi spesso si accompagnano a momenti inattesi di fortuna.

Potremo menzionare vari esempi, basti uno per tutti, un periodo della nostra vita in cui ci era stata ventilata la possibilità di una nostra repentina dipartita e allo stesso tempo eravamo state contattate per un’ottima proposta di lavoro (fortunatamente siamo ancora in vita e la proposta di lavoro si è trasformata nel lavoro attuale).

Bè in un momento come questo in cui le sorti del nostro Paese non sono tra le più rosee, in cui andiamo in giro profetizzando come delle Cassandre che sto’ governo durerà quanto una sveltina e stiamo prendendo in considerazione la possibilità di un espatrio verso lidi migliori, ecco che l’altro ieri un’onda anomala di testosterone in cerca di conforto si è abbattuto su di noi.

Già perchè non avevamo preso in considerazione l’eventualità che un momento come questo di particolare instabilità politica nonché sociale poteva avere influssi non solo su di noi e sulla nostra voglia di affettività ma anche su alcuni soggetti poco avvezzi di solito ad esprimere sentimenti e voglia di protezione.

Primi fra tutti il Lemure che dopo un mese di latitanza ci ha telefonato in uno stato semi catatonico chiedendoci le nostre impressioni sugli ultimi accadimenti politici e implorandoci (a dire il vero, neanche tanto) quanto prima di incontrarci per uno scambio di idee (e figurati, di lingue mai?). In tale ambito abbiamo potuto scorgere nel Lemure l’abbassamento delle sue consuete difese e il venir meno del timore di sconsiderate e repentine proposte di matrimonio da parte nostra. Già perché era così intronato dalla minima possibilità che il Berlusca potesse riprendere le redini del Paese che si è consegnato a noi come il bambinello Gesù’ nelle sante braccia materne. Ha infatti mostrato non solo la volontà di progettare da qui ad una settimana ma anche sentimenti affettuosi vogliosi di rassicurazioni in merito. Crediamo altresì di esserci ben giocate la carta della nostra presenza in piazza fino a tardi (arricchiti da particolari fasulli come dolori lancinanti ai piedi e parolacce indirizzate alla troupe del tg5), tanto da essere state proclamate sue eroine.  Non ci vergogniamo di aver sperato (ma solo per un attimo) in una vittoria della Cdl perché a quel punto sarebbe caduto in una depressione tale da poter giustificare un volontario esilio nel nostro letto per tutta la durata della legislatura.

Dopo il Lemure naturalmente dobbiamo menzionare un messaggio volutamente ambiguo e la successiva telefonata del ragazzo dallo zainetto . Anche in questo caso dobbiamo segnalare dosi di preoccupazione miste a dosi di testosterone impazzito che lo facevano pronunciare frasi inquietanti del tipo:" se Prodi va al Governo ti sposo" oppure "Se il Berlusca dovesse ritornare al potere ci dobbiamo chiudere in casa io e te" …non sappiamo dirvi per quali delle due ipotesi noi tenessimo di più. Aspetto positivo è che per festeggiare la risicata vittoria ci ha invitato al Giapponese, e non è poco considerando che gli inviti a cena con relativo conto pagato da parte di un uomo galante sono eventi rari nella nostra vita quasi come la sinistra al potere.

Ma mentre ancora stavamo parlando con il ragazzo dallo zainetto ecco squillarci il cellulare e comprendere che dall’altra parte del telefono c’era l‘inglesino che abbandonato il suo proverbiale self control inglese ci intimava di chiudere la telefonata con l’altro perché desideroso di parlarci quanto prima. Una volta salutato lo zainetto, l’inglesino ci ha telefonato chiedendoci subito dei risultati tra il divertito e il rassegnato. Abbiamo cercato di spiegargli lo spiegabile. L’inglesino una volta riconquistato il suo self control ci ha chiesto se poteva fare qualcosa per noi, ma gli abbiamo risposto che se si escludeva la preparazione di un attentato ordito a livello internazionale nei confronti del nano, no, non con c’era proprio niente che potesse fare. A questo punto ci ha parlato del suo viaggio in India, beato lui, di Bombay che si chiama Mumbay, di una casa da Maraja all’interno di un parco naturale e di una partita di Cricket che stando a sentire lui è il suo ricordo più bello. Naturalmente la prima domanda che gli abbiamo posto è stata se avesse avuto problemi gastro-intestinali (vedi post su viaggi e miraggi). Comunque sia, sarà stato il misticismo dell’India sarà stata la voglia di consolarci per gli avvenimenti italiani che ci ha dato la notizia che sarebbe venuto a trovarci il mese prossimo. Il tutto questo accompagnato da un affetto e da un pathos che non sono proprio da lui (vi ricordiamo che stiamo parlano di un tipo che si infervora davanti ad una partita di cricket ed è capace di seguirla per interi giorni, già perché il cricket ci è stato spiegato essere uno sport che può non aver mai fine (!)), ci siamo quindi salutati rimembrando i vecchi tempi e scambiandoci promesse di mangiate di bucatini all’amatraciana all’ombra del Cupolone.

Insomma se ricapitoliamo l’esito delle elezioni per noi è stato il seguente: prossima uscita con Lemure, invito a cena dal Giapponese e scopata a maggio, non male per una giornata sciagurata come quella dell’altro ieri.

11 Apr

Notte inquieta.

Una Piazza triste e nervosa, un senso di rabbia e di impotenza, qualche battuta spiritosa per tirarsi su.

Una vittoria, se c’è stata, di merda.

10 Apr

Non siamo tanto più sicure di elargire baci a tutti….a questo punto non siamo più sicure di niente.

10 Apr

Noi stasera c’è ne andiamo  a piazza del Popolo e non escludiamo di immergere le nostra chiappe nella fontana e di dare baci con lingua a chiunque ci si avvicini.

Siete avvertiti.

10 Apr

Una giornata inquieta.

Noi crediamo che la legalità debba venire prima di tutto e sogniamo una piazza piena di gente che possa salutare al nuovo giorno.

7 Apr

La filosofia alleggerisce la vita (e a volte può salvarla).

Abbiamo le prove che la filosofia a volte può avere degli inaspettati risvolti pratici e volgere la sorte in senso favorevole.

Dialogo telefonico tra noi e Sancho Pansa (capo dei capi):

Sancho Pansa (con tono implacabile e vendicativo dopo un nostro errore, a suo dire, fatale): "Stia attenta perché la prossima volta che lo rifarà, io…"

Noi: (con tono spensierato): "Ma avvocato, come sostiene il grande filosofo Popper, la scienza progredisce grazie agli errori e noi faremo tesoro di questo (J )".

Sancho Pansa (spiazzato): "ah..già…uhm uhm….ora la saluto, mi stia bene carissima".

5 Apr

De naturae viris

Oggi vorremmo approfondire le tipologie maschili (Homo religiosus, politicus, faber e economicus) menzionate in un precedente post (avremo potuto creare un link ma non lo sappiamo fare e non ci va di andare a leggere il manuale splinder, siamo consapevoli che trattasi di unico blog senza cognizione di causa) .

Prima della descrizione, è opportuno segnalare, tenuto conto della complessità umana, che in natura è raro trovare una sola tipologia condensata in un unico esemplare di uomo mentre è più facile trovarne più di una. Ma per ragioni di tempo e di spazio rimandiamo ad un successivo post un’analisi incrociata delle tipologie.

Homo religiosus: termine che sta ad indicare non necessariamente maschi frequentatori di oratori o di gruppi dai nomi più improbabili tipo " i compagni di merende di Cristo o gli amici ferventi di San Gaspare del Bufalo". Con tale termine, vogliamo indicare con rigoroso metodo induttivo (dal particolare al generale) che le caratteristiche caratteriali rintracciabili in un certo gruppo di persone fortemente identificabili possono essere estese anche a maschi non necessariamente credenti e/o praticanti. Ma ora passiamo ad elencare le caratteristiche salienti. Personalità: precisi, metodici, timidi, riservati, aria da bravi ragazzi (quella per intenderci che piace alle mamma e alle nonne) Difetti: dotati di notevole pazienza ma quando raggiungono il limite di sopportazione possono andare su tutte le furie, previdibilita’ e intolleranza verso comportamenti anomali o sopra le righe. Aspetto Fisico: minuti, bianchicci, generalmente muniti di capelli che portano con riga da una parte, miopi. Vestiario: pantaloni di fustagno, camicie a quadri, jeans con risvolto. Titolo di studio/Lavoro: maturità classica o scientifica, laurea in ingegneria. Ingegneri, impiegati o programmatori informatici. Orientamenti politici: sono per lo più conservatori anche se non disdegnano di votare per Ulivo o Margherita. Sport: amano gli sport all’aperto come il trekking e fare scampagnate in montagna con amici dotati di chitarra. Comportamenti sociali: nel week end prevalentemente vanno in pizzeria o si incontrano in case di amici dove si intrattengono con giuochi di società. Amano circondarsi degli amici dell’infanzia con i quali scambiano battute che solo loro possono comprendere. Comportamenti sessuali: non necessariamente disdegnano il sesso anzi molti esemplari della categoria possono scopare come ricci ma esclusivamente con la ragazza con la quale sono fidanzati da circa 15 anni (da segnalare incontri altamente erotici durante ritiri spirituali o durante le giornate della gioventù) . Per quanto riguarda l’approccio verso l’altro sesso , il corteggiamento è il loro principale punto debole. Sono scoordinati nei movimenti e hanno un livello di salivazione particolarmente elevato. A volte il modo di avvicinarsi o guardare la preda può essere scambiata dalla preda stessa per depravazione. Ma se vogliamo spezzare una lancia a loro favore, si caratterizzano, più di tutti gli altri, per la loro foga in amore (dovuta probabilmente ai lunghi digiuni sessuali) tant’è che una volta trovata (se pur tra mille difficoltà) l’entrata non vorrebbero fare altro che ficcarcisi (scusate non siamo riuscite a renderlo in modo esaustivamente allegorico). Giudizio personale: carattere = **, abbigliamento = *, aspetto fisico = **, sesso = ** .

Homo politicus: termine che sta ad indicare maschi non solo appassionati alla politica ma più in generale interessati al mondo, caratterizzati spesso da volontà utopistiche di cambiarlo o che più semplicemente quando si dirigono in edicola non acquistano solo la gazzetta dello sport. Personalità: affabili, tolleranti, ironici/cinici, hanno un senso estetico molto sviluppato che a volte li fa passare per gay. Difetti: tendono a divagare, sono volubili e ritardatari e nonostante tutelino i diritti di ogni forma di vita e appartengano ad associazioni improbabili come la difesa del lacto- bacillus, a volte sanno essere particolarmente egoisti con chi gli è vicino. Aspetto Fisico: dotati generalmente da fisico da poeta, spesso allampanati, capelli disordinati, anch’essi miopi con occhiali. Vestiario: eskimo, jeans felpe e t shirt vissuti. Titolo di studio/Lavoro: laurea in lettere, scienze politiche. Insegnanti , disoccupati e/o eterni studenti. Orientamento politico: la maggior parte è di sinistra e più spesso rifondaroli ma a volte sono così alternativi da essere anarchici se non a volte vicini a movimenti di estrema destra. Sport: non amano particolarmente gli sport (almeno all’inizio fanno credere che non interessa loro il calcio salvo poi alzarsi improvvisamente ad un goal della loro squadra del cuore ed emettere ruggiti da belve) . Se devono fare moto allora optano per la bicicletta tanto per essere contro corrente e respirare quel tanto in più di monossido di carbonio da assicurarsi un tumore ai polmoni per la vecchiaia. Comportamenti sociali: nei rapporti sociali sono simpatici, piacevoli, cercano sempre di agire correttamente e di non avere pregiudizi. Amano circondarsi di amicizie nuove, nel week end optano per pub o per vinerie dove possono mettere in pratica con una certa supponenza gli insegnamenti dell’ultimo corso di sommelier frequentato. Comportamenti sessuali: in questo caso possiamo dire "che non è tutto oro quel che luce" perché se da una parte sono quelli che in apparenza arrazzano di più, vuoi per l’aria da maledetto, vuoi per l’aria da svagato che hanno, spesso vanno incontro ad alcune defailance per motivi esogeni tipo assunzione di sostanze esterne (alcool, erbe ecc.) o per motivi endogeni tipo seghe mentali (a volte anche fisiche, vabbè) a cui sono spesso soggetti questi maschi per via di una spiccata sensibilità oseremo dire quasi femminea. Ma anche loro su questo piano possiedono un lato positivo sono rispetto agli altri dotati di grande fantasia e se si aggiunge che sono per le pari opportunità e per l’eguaglianza dei sessi , va da sé che quando sono in vena sono quelli che riescono maggiormente a soddisfare la propria partner. Giudizio personale: carattere = ***, abbigliamento = ****, aspetto fisico = ****, sesso = ** *.

Homo faber: con tale termine si indica letteralmente l’uomo che fabbrica gli utensili da solo e più genericamente individua maschi dotati di spiccata virilità e che corrispondono nell’immaginario collettivo agli uomini di una volta. Tale categoria è quella più soggetta al pericolo di estinzione. Personalità: dominatori, rudi, coraggiosi Difetti: Molto sbrigativi, possono dimostrarsi privi di tatto nei confronti degli altri. Aspetto Fisico: dotati generalmente di fisico massiccio o tozzo, capelli corti. Vestiario: va segnalato che tale categoria sta subendo una trasformazione, se infatti una parte resta ancorata al passato con un abbigliamento spartano e una predilezione per tute da lavoro ora stiamo assistendo ad una sorta di metamorfosi edonistica di tale categoria per cui spesso si vedono maschi faber agghindarsi il collo taurino con ciondoli Dolce e Gabbana e andare in giro con camicie che evidenziano addominali scolpiti e pantaloni stretti con pacco ben in mostra. Titolo di studio/Lavoro: terza media o tecnico industriale. Periti, elettrauti, muratori, o istruttori di palestra. Orientamento politico: conservatori, votano preferibilmente AN e affini. Sport: amano la palestra in particolare il body building ma seguono tutti gli sport maschi dal calcio al rugby passando per il wrestling. Comportamenti sociali: amano circondarsi dei loro simili, frequentatori di trattorie, prediligono passare il tempo con frasi del tipo "agli zingari io li brucerebbi tutti" e amenità del genere. Comportamenti sessuali: se da una parte trasudano sesso da tutti i pori, occorre segnalare che molti di loro tendono a preferire le sveltine (vuoi per il testosterone che hanno ingurgitato per la palestra vuoi per i loro pregiudizi sulla parità tra i sessi), ma se comunque amate essere dominate da veri maschi che odorano di stalla (parliamo del gruppo ancorato al passato non di quelli passati a D&G e che profumano di arbre magique) allora questi fanno al caso vostro e poi come dire chi di noi non ha mai sognato di essere castigata per bene? (frase politicamente scorretta, lungi da noi voler fare un post che sia un incentivo allo stupro). Giudizio personale: carattere = *, abbigliamento = *, aspetto fisico = *, sesso = ** *.

Homo economicus: il termine sta ad indicare il maschio competitivo e arrampicatore sociale che da priorità agli aspetti materiali rispetto a quelli spirituali, insomma uno che non leggerebbe mai "Avere o Essere" di Fromm. Personalità: decisionisti, spiccano per il loro ego molto pronunciato, vanesi, amano sentirsi dei personaggi, hanno un’elevata opinione di sé e vorrebbero eccellere in ogni circostanza, il che li rende altamente suscettibili all’adulazione. Difetti: vedi pregi. Aspetto Fisico: dotati generalmente di fisico palestrato e asciutto capelli corti o calvi, spesso con capelli trapiantati. Vestiario: il maschio economicus può andare dallo stile classico, camicie con colletti alti e cravatte abnormi o allo stile più pacchiano vedasi homo faber con collanone. Titolo di studio/Lavoro: diploma di geometra o laurea in economia e giurisprudenza. Avvocato, geometra o impreditore (imprenditore di che, non si capisce mai). Orientamento politico: conservatori, votano preferibilmente Forza Italia. Sport: amano la palestra ma si dilettano in giochi di gruppo come il calcetto dove possa emergere il loro spiccato senso della competizione. Comportamenti sociali: amano i motori e vanno in giro con SUV e Mercedez, frequentano ristoranti di prestigio e sono capaci di dirti cono tono sprezzante "noi amiamo circondarci di cose belle " e tu che li vedi vicini a dei troioni volgari e sapendo che non riuscirebbero a distinguere un Klimt da un Van Gogh pensi che il loro senso del bello sia piuttosto discutibile. Comportamenti sessuali: arroganti pure a letto sono i classici tipi che arrogano pretese e tirano fuori giocattoletti erotici. Lati positivi: non ne rintracciamo neanche uno, trovateli voi…. a noi dilettarci con uno che fa il verso a Berlusconi proprio non ci interessa. Giudizio personale: carattere = non classificato, abbigliamento = non classificato, aspetto fisico = non classificato, sesso = non classificato.

3 Apr

Le colleghe e il chiacchericcio gratuito

Una delle cose che più ci fa andare in bestia delle nostre colleghe è quella di riuscire a scovare a Km di distanza, qualsiasi difetto, anomalia e deformità che presentiamo.

Già perché riescono ad individuare con una perfezione millimetrica, neanche fossero dotate di strumenti ottici Nasa, qualsiasi imperfezione quali un buco nella calza, un fard messo male, un ciglio fuori posto.

La procedura è la seguente: avvistamento della deficienza (o della deficiente che a dir si voglia), ditino puntato, invito ad avvicinarsi presso di loro, mani addosso, individuazione e comunicazione della falla a tutti gli esseri viventi che passano di là, formazione di un gruppetto di femmine starnazzanti che dispensa consigli non richiesti.

Ci rivoltano come fossimo delle bambolette, a volte sono arrivate a metterci le mani dietro la schiena per vedere l’etichetta della maglia e poi quell’aria tra la sufficienza e il materno alla " ah…se non ci fossimo noi, come andresti conciata" .

La cosa che ci fa più avvelenare è che se lo facessimo noi, alcune di loro (che sono poi quelle che maggiormente spiccano per la particolare insistenza nell’umiliare) prenderebbero d’aceto in un nano secondo.

Ma poi ci chiediamo ma se vogliamo andare in giro con la canotta che si scorge dalla maglia, un ombretto più vistoso in occhio piuttosto che nell’altro o con il ciuffo a destra piuttosto che a sinistra ma a loro che cacchio gliene frega.

La soluzione sarebbe quella del metterle in riga ma siamo frenate non tanto per il fatto di passare per permalose (tra l’altro lo siamo) ma dal fatto che quando ci inquietiamo subiamo una trasformazione che ci rende simili a Regan la protagonista dell’Esorcista, apriamo bocca e incominciamo a vomitare parole particolarmente spiacevoli, perché saremo capaci di pronunciare cose del tipo " mo m’avete rotto er cacchio, guardateve voi, tu che se te tocco la gobba che te ritrovi c’ho fortuna per tutta la settimana, per non parlà de quest’altra tarmente brutta che se la vede la morte se fa una grattata de palle e quest’altra ancora che è tarmente impicciona e pettegola che è gradevole quanto un dito ar culo" .

Potete capire perché ancora ci tratteniamo dal farlo.